Alla scoperta del nuovo allenatore del Napoli. Tutte le curiosità del mondo Rudi Garcìa

Rudi Garcia è il nuovo allenatore del Napoli. Un tecnico valido e poliedrico. Proviamo a scoprire il suo mondo per capire anche come potrà integrarsi nel suo nuovo universo partenopeo. «Un allenatore è anche un attore», spiegava Rudi Garcia in una vecchia intervista a L’Equipe. Garcia ai tempi della Roma ha fissato il record di vittorie consecutive di tutti i tempi nel campionato italiano. In Ligue1 i suoi miracoli li ha fatti al Lille dove aveva vinto una coppa e uno scudetto. A Roma nel suo primo anno da allenatore aveva telefonato uno per uno a tutti i giocatori prima del ritiro. Si raccontava che gestisse lo spogliatoio con una specie di consiglio di saggi in cui erano coinvolti i giocatori più rappresentativi.

Figlio d’arte (suo padre José Garcia era stato calciatore) chiamato Rudi in onore del ciclista tedesco Rudi Altig. È di origini spagnole, anzi andaluse, carriera modesta da calciatore ma da coach ha saputo sempre dare un’impronta alle sue squadre. Per anni preparatore atletico, ma anche bordocampista per una tv satellitare a Roma ha fatto miracoli. Arrivava in una squadra disastrata dalla guerra tra i due principali dirigenti, coi tifosi depressi, divisa tra nostalgici zemaniani e antizemaniani, con uno spogliatoio a pezzi, con Daniele De Rossi che era uscito fuori rosa cacciato con vergogna da Zeman per le sue prestazioni da zombie. E non era partito bene, subito messo nel mirino, perché accusato di aver accettato la vendita dei due super gioielli individualistici: Osvaldo e Lamela.

Invece si capisce subito che Rudi è un uomo solido: laureato (in Scienze motorie), sposato con Veronica, tre figlie (Carla, Clara e Lena). La sua prima Roma parte come un rullo compressore. Totti grazie a Garcia è intramontabile, che Maicon è ancora “Colosso”, che corre come un ventenne, ma è solido come un campione. De Rossi pare rigenerato, sempre al massimo dei voti nei dopopartita. De Santis è un portierone dato per bollito a Napoli, e che ha pure rinunciato a parte dell’ingaggio per arrivare nella capitale.

«Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio». La sua frase simbolo pronunciata dopo una vittoria in un derby contro la Lazio. A Roma a qualcuno ricorda persino il mitico Nils Liedholm, l’allenatore dello scudetto del 1982. Ad altri ovviamente il suo maestro, Rafa Benitez. I suoi schemi preferiti sono il 4-3-3 o il 4-2-3-1. La verità è che lui si adatta, modella, plasma. A Napoli dovrà affontare una bella sfida. Difendere lo scudetto con gli azzurri non sarà facile, ma Garcia è l’uomo delle sfide.

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