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I Thunder travolgono i Blazers 122-95 con una prestazione dominante guidata dai 37 punti di Shai Gilgeous-Alexander. Per OKC è la nona vittoria consecutiva, mentre Portland non trova risposte al ritmo dei campioni NBA.
Chris Paul, uno dei playmaker più iconici della storia della NBA, ha annunciato che terminerà la sua carriera al termine della stagione 2025-26. A 40 anni, il giocatore ha deciso di chiudere un capitolo straordinario che lo ha visto protagonista per ben 21 anni, lasciando un segno indelebile nel mondo del basket.
L’annuncio è arrivato attraverso il suo profilo X (ex Twitter), dove Chris Paul ha espresso la sua gioia nel tornare a giocare con i Los Angeles Clippers, la squadra che lo ha visto vivere alcuni dei suoi momenti più belli. In questa stagione, Paul ha disputato 10 partite, con una media di 2,5 punti, 3,3 assist e 1,8 rimbalzi in appena 13 minuti a partita. Nonostante il suo ruolo più marginale in campo negli ultimi anni, la sua esperienza e leadership sono ancora di fondamentale importanza per i Clippers, sia sul parquet che nello spogliatoio.
“Di ritorno nella Carolina del Nord! Che viaggio… C’è ancora molto da fare…!! Grato per quest’ultima parte!!”, ha scritto Paul nel suo messaggio, mostrando la sua gratitudine per questa fase finale della sua carriera. Questo è l’anno che segna la chiusura di un ciclo straordinario, caratterizzato da una serie di traguardi e successi che hanno segnato la storia della NBA.
La carriera di Chris Paul in NBA è cominciata nel 2005, quando fu scelto al quarto posto del Draft dai New Orleans Hornets (oggi New Orleans Pelicans). Da subito, il giovane playmaker si distinse per la sua incredibile visione di gioco e la capacità di gestire la squadra. Già nella sua stagione da rookie, Paul si guadagnò il titolo di Rookie dell’Anno nel 2006, e in poco tempo diventò uno dei giocatori più rispettati della lega.
Nel corso delle sue sei stagioni con gli Hornets, Chris Paul portò la squadra ai vertici della Western Conference, arrivando a essere nominato secondo nella votazione per il premio MVP nel 2008, riconoscendo il suo impatto immediato e il suo ruolo cruciale nella NBA.
La vera esplosione di Chris Paul arrivò tra il 2011 e il 2017, quando formò una delle coppie più letali della lega con Blake Griffin e DeAndre Jordan ai Los Angeles Clippers, dando vita al leggendario “Lob City”. In quel periodo, i Clippers divennero una delle formazioni più temute, grazie all’abilità di Paul di dirigere l’attacco con passaggi impossibili e decisioni sempre precise.
Successivamente, il suo cammino lo portò ai Houston Rockets, dove si unì a James Harden, raggiungendo le Finals NBA nel 2018, sfiorando il sogno del titolo. Dopo un’esperienza agli Oklahoma City Thunder, Paul visse il suo sogno di disputare le Finals NBA con i Phoenix Suns nel 2021, anche se il titolo sfumò contro i Milwaukee Bucks.
Nel corso della sua carriera, Chris Paul è stato selezionato per 12 All-Star Game, ha ricevuto 11 selezioni nei team All-NBA ed è stato inserito nella lista dei 75 migliori giocatori della storia della NBA. A livello internazionale, ha vinto due medaglie d’oro olimpiche con la nazionale statunitense nel 2008 e nel 2012, entrambe conquistate battendo la Spagna nelle finali.
Quest’ultima stagione rappresenta per Chris Paul l’ultima occasione di vincere l’agognato anello NBA, un sogno che, nonostante il passare degli anni, continua a inseguire. La sua carriera è stata definita dalla sua intelligenza sul campo, dalla capacità di leadership e dalla sua immensa passione per il gioco. La sua ritirata segna la fine di un’era e l’inizio di un nuovo capitolo per la NBA, che perderà uno dei suoi giocatori più raffinati e rispettati di sempre.
Concludendo, Chris Paul lascia un’eredità che difficilmente sarà eguagliata, non solo per i suoi numerosi successi individuali e collettivi, ma per la sua immensa influenza sulla crescita del gioco e sulla cultura del basket.
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