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Dopo la vittoria della Norvegia sull’Estonia, l’Italia dovrà affrontare i play-off per qualificarsi ai Mondiali 2026. Ecco le date e le possibili avversarie.
Nel dopo-gara di Chișinău, Gennaro Gattuso si presenta con un volto tirato e parole che pesano come macigni. La vittoria in extremis contro la Moldavia non gli basta per archiviare la serata, segnata da cori di contestazione che lo hanno profondamente irritato. “Ho sentito quello che è stato detto dagli spalti, ed è inaccettabile”, è il primo affondo del commissario tecnico, che respinge al mittente gli inviti a “andare a lavorare” rivolti alla squadra. Una reazione dura, che fotografa il clima complicato intorno agli Azzurri nonostante i tre punti messi in tasca.
Gattuso si dice sorpreso e amareggiato per il comportamento di una parte della tifoseria italiana presente allo stadio. Per il ct, contestare in quel modo una squadra che sta lottando è un gesto ingiusto e controproducente. Ribadisce più volte il concetto: bisogna restare compatti, soprattutto quando il gioco fatica a decollare. Pur riconoscendo le difficoltà dell’Italia nell’abbattere il muro moldavo, il tecnico non tollera che si colpisca la squadra su un piano personale: “È un momento in cui servirebbe sostegno, non accuse”.
Il racconto della partita, secondo Gattuso, passa per un dettaglio centrale: la Moldavia non ha mai impensierito la porta italiana. Da qui la sua lettura positiva della prestazione, pur con una manovra spesso frenata dalla mancanza di velocità e precisione. Il ct rivendica la scelta di dare spazio a tanti volti nuovi e sottolinea che l’intesa non può nascere in poche ore. “Abbiamo fatto ciò che dovevamo”, insiste, convinto che i segnali arrivati nel finale abbiano valore più di quanto dica il tabellino.
Oltre allo sfogo contro i tifosi, Gattuso mette nel mirino anche il sistema di qualificazione ai Mondiali, giudicato sbilanciato rispetto al passato. Cita il numero crescente di squadre provenienti da continenti tradizionalmente meno rappresentati e rimpiange quando “le migliori seconde europee andavano direttamente al Mondiale”. Un modo per spiegare quanto il percorso dell’Italia sia oggi più complesso, anche contro avversarie che sulla carta non appartengono alla stessa fascia tecnica.
Nel dopogara parlano anche i protagonisti del campo.
Pio Esposito, uno dei due marcatori, vive la serata con entusiasmo: indossare la maglia azzurra e segnare resta per lui un privilegio. Il feeling con Retegui lo convince che l’Italia abbia un reparto offensivo ricco di soluzioni.
Sandro Tonali ammette invece la difficoltà nel trovare fluidità nel primo tempo, come già accaduto contro l’Estonia. La vittoria arrivata nel finale, però, dà slancio e convinzione: la squadra ha mostrato carattere quando la partita sembrava incanalarsi verso un pareggio sterile.
Infine Gianluca Mancini, autore del gol che ha sbloccato il match, racconta di una gara letta e preparata sapendo che gli spazi sarebbero stati stretti. L’Italia ha creato, insiste, ma ha pagato qualche scelta affrettata negli ultimi metri.
Il 2-0 maturato nei minuti conclusivi evita all’Italia una notte complicata, ma non scioglie le perplessità. La squadra mostra ancora scarsa brillantezza offensiva e fatica a imporre ritmo e idee. Tuttavia, come ricorda Gattuso, l’obiettivo resta quello di crescere strada facendo, anche attraverso partite più ostiche del previsto. Il ct chiede compattezza, soprattutto fuori dal campo: le prossime sfide — e la corsa verso il Mondiale — saranno un banco di prova non solo tecnico, ma anche emotivo.
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