Nicolò Bulega, le differenze con la SBK : “La MotoGP va più forte, frena di più e ti costringe a pensare a tutto”

Nicolò Bulega, vicecampione del mondo Superbike, ha debuttato in MotoGP a Portimão sostituendo Marc Márquez sulla Ducati ufficiale. Il pilota emiliano ha spiegato le principali differenze tra le due categorie.

Il debutto in MotoGP al posto di Márquez

Dopo una stagione da protagonista in Superbike, conclusa con il titolo di vicecampione del mondo, Nicolò Bulega ha vissuto un fine settimana speciale a Portimão. L’emiliano, 26 anni, ha debuttato ufficialmente in MotoGP sostituendo l’infortunato Marc Márquez nel team ufficiale Ducati.
Reduce da un test a Jerez, Bulega è sceso in pista in Portogallo con entusiasmo e curiosità, mostrando una buona adattabilità fin dai primi turni: quattordicesimo nel primo libero, tredicesimo nel secondo e diciottesimo in griglia di partenza. Nella Sprint Race, però, la sua gara è durata poco: “Forse mi sono ‘gasato’ troppo e si è chiuso l’anteriore, perché ho frenato nello stile Superbike. Con i Pirelli devi essere aggressivo nella prima parte, con i Michelin se lo fai ti si chiude subito la moto, e infatti è quello che è successo”, ha raccontato sorridendo.

“La MotoGP è un altro mondo”

Nel corso del weekend, Bulega ha analizzato con lucidità le principali differenze tra una MotoGP e una Superbike, mettendo in evidenza quanto il salto tecnico sia impegnativo anche per un pilota esperto come lui.
“La MotoGP va più veloce, frena molto di più. I dispositivi di abbassamento sono un po’ complicati perché non sono automatici e devi ricordarti di usarli”, ha spiegato a fine giornata. “Le gomme sono completamente diverse rispetto a quelle della WorldSBK, e questo cambia tanto il modo di guidare. Tutte queste piccole cose insieme fanno una grande differenza”.

Una guida da riprogrammare

Il pilota Ducati ha ammesso di doversi adattare ancora al comportamento della Desmosedici GP e alle sue componenti: “Quando sono in sella penso ancora: ok, adesso la frenata, poi il disco in carbonio che reagisce diversamente… Poi devo ricordarmi di usare l’abbassatore in uscita di curva. E quando la moto è piegata, il Michelin si muove più del Pirelli, quindi devo essere più preciso”.

Bulega ha raccontato anche le difficoltà legate ai dispositivi elettronici: “La moto in rettilineo corre molto di più, ma poi devo ricordarmi di disattivare l’abbassatore, altrimenti alla frenata resti troppo basso. Non è affatto facile, soprattutto qui a Portimão, che è un tracciato molto tecnico. La differenza nella frenata è enorme: arrivi anche 20 o 25 km/h più veloce, ma la moto si ferma comunque in tempo. È incredibile, ma anche fisicamente molto impegnativo”.

Prove generali per il futuro

Per Bulega, questo debutto non è solo un premio dopo un’ottima stagione in Superbike, ma anche una prova generale in vista del futuro. Ducati lo considera un elemento chiave del suo programma di sviluppo e non è escluso che nel 2027 possa avere un posto fisso in MotoGP.
Intanto, il pilota di Montecchio Emilia si gode l’esperienza e continua ad accumulare dati e sensazioni preziose. “Sto imparando tanto, ogni giro è una lezione. È un mondo diverso, ma bellissimo”, ha concluso.

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