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La Fiorentina esonera Stefano Pioli dopo un avvio disastroso: squadra ultima con 4 punti in 10 partite. Daniele Galloppa guida ad interim, D’Aversa in pole per la panchina viola.
Stefano Pioli è ancora ufficialmente il tecnico dei viola, ma la separazione con il club di Rocco Commisso è ormai solo questione di tempo. Il problema è che l’addio, invece di risolversi rapidamente, si è trasformato in uno scontro economico che paralizza la situazione.
Il contratto di Pioli, valido fino al 2028, prevede uno stipendio di circa tre milioni di euro a stagione. La dirigenza, preoccupata per i conti e i limiti del fair play finanziario, spinge per una risoluzione consensuale: dimissioni che alleggerirebbero il bilancio e permetterebbero di risparmiare una parte significativa dell’ingaggio. L’allenatore, però, non ha alcuna intenzione di rinunciare alle somme pattuite, chiudendo la porta a ogni ipotesi di rinuncia volontaria.
L’offerta del club – coprire solo gli stipendi fino al termine di questa stagione – è stata respinta. Pioli resta fermo sulla sua posizione: se la società vuole cambiare guida, dovrà procedere con l’esonero.
La giornata di ieri ha mostrato tutta la tensione che si respira a Firenze. Mentre il presidente Commisso segue la vicenda dagli Stati Uniti, il direttore generale Ferrari e il direttore tecnico Goretti hanno passato ore a discutere con i legali, nel tentativo di trovare un punto d’incontro. Pioli, nel frattempo, ha diretto un allenamento ridotto con i giocatori non convocati in Nazionale, senza alcun contatto diretto con la dirigenza.
Il clima resta incandescente: i colloqui si sono arenati e le posizioni sembrano sempre più rigide. L’impressione è che si vada verso una rottura formale, con il rischio che la vicenda assuma contorni legali.
In parallelo, la società si muove per definire il dopo-Pioli. Tre i profili valutati: Roberto D’Aversa, Paolo Vanoli e Alessandro Nesta. Tutti offrono garanzie di solidità tattica e costi contenuti, con la prospettiva di un contratto a breve termine.
La priorità è avere un nuovo tecnico in panchina già per la trasferta europea di Conference League contro il Mainz e per la delicata sfida di campionato con il Genoa. Ma prima, a Firenze, serve risolvere il muro contro muro che tiene bloccata ogni decisione.
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