Dopo la vittoria in rimonta sul Bruges, l’Atalanta non riesce a dare continuità al proprio cammino europeo. Nel secondo turno casalingo consecutivo di Champions League, la squadra di Juric si ferma sullo 0-0 contro lo Slavia Praga, sprecando una lunga serie di occasioni e confermando le difficoltà offensive già emerse nelle prime giornate.
La Dea comanda il gioco per quasi tutta la partita ma non trova la via del gol, complice la serata di grazia del portiere Markovic e una certa imprecisione sotto porta. Il risultato finale lascia un po’ di amarezza, anche se il pari mantiene viva la corsa per la qualificazione.
L’Atalanta parte forte e costruisce tanto nel primo tempo. Krstovic e Lookman provano a sbloccare subito il risultato, ma le loro conclusioni non trovano fortuna. È Charles De Ketelaere a prendersi la scena: ispirato e continuo, il belga si muove tra le linee, crea occasioni (cinque in totale, più di chiunque altro in campo) e si procura falli preziosi, dimostrando la crescita mentale e tecnica che Juric gli chiede da tempo.
La più grande chance del primo tempo capita a Krstovic, che da pochi passi colpisce addosso a Markovic. Lo Slavia risponde solo a tratti, con Chory e Moses, ma trova davanti un Carnesecchi sempre attento – autore di una grande parata al 45’ che salva il risultato.
Nella seconda metà Juric inserisce Scamacca e Sulemana per aumentare il peso offensivo. Il copione non cambia: l’Atalanta attacca, lo Slavia si difende. De Ketelaere continua a inventare, ma i suoi compagni sprecano. Sulemana, lanciato a tu per tu con il portiere, si allunga troppo il pallone. Scamacca di testa manda alto da posizione favorevole, poi centra Markovic con un destro potente ma centrale.
Negli ultimi minuti la Dea spinge con orgoglio: Zalewski (entrato per Bernasconi) e Samardzic tentano il colpo da fuori, ma la porta resta stregata. Dopo quattro minuti di recupero, il triplice fischio congela lo 0-0.
A fine partita Juric riconosce la frustrazione ma prova a guardare il bicchiere mezzo pieno: “La squadra ha giocato, ha creato tanto, ma in Champions non puoi permetterti di sbagliare così tanto sotto porta. Dobbiamo trasformare la rabbia in lucidità, perché le prestazioni ci sono.” Il tecnico croato, applaudito dal pubblico di Bergamo, incassa un punto che muove poco la classifica ma conferma l’identità della sua Atalanta: coraggiosa, intensa, ma ancora alla ricerca del killer instinct.
Prossimo appuntamento tra due settimane, in casa del Bodø/Glimt: serviranno cinismo e concretezza per trasformare il bel gioco in punti pesanti.
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