Zlatan Ibrahimovic torna a parlare. Il Senior Advisor del Milan, in un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport, ha affrontato tutti i temi caldi del presente rossonero — dal suo ruolo dirigenziale al rendimento della squadra, fino ai singoli come Leao e Modric — con la solita schiettezza che lo contraddistingue.
“Io rappresento la proprietà, il mio ruolo non è cambiato,” ha spiegato Ibrahimovic. “L’anno scorso facevo più di quello che dovevo, ma nessuno me lo aveva chiesto: ero io che me lo sentivo. Però non mi piaceva, perché se non posso essere me stesso non sto bene. Non ho un ufficio, vado io da chi devo vedere. Non voglio essere ingabbiato.”
L’ex attaccante ha poi sottolineato la rinnovata organizzazione societaria: “Ora c’è Igli Tare che è sempre a contatto con squadra e allenatore, e lo fa bene. Io parlo tutti i giorni con Furlani e con Cardinale, che è molto coinvolto. Studiamo insieme cosa serve per migliorare il Milan e riportarlo a dominare.”
Ibrahimovic non ha risparmiato elogi per Rafael Leao, che considera un talento unico: “Leao è magia. Ricordiamoci che nella stagione dello Scudetto, nel 2021/22, posso dire che lo ha vinto da solo. È uno dei giocatori più forti del mondo e sta ancora maturando: l’ho visto crescere, ora ha due figli, è un percorso. Io sono diventato maturo a 28 anni, lui ci arriverà. Ma è un ragazzo che vuole vincere, e questo è ciò che conta.”
Sul sogno tricolore, Ibrahimovic non si nasconde: “Ci credo, dobbiamo crederci tutti. La squadra è molto competitiva e lo era anche l’anno scorso, ma è stato un anno strano, di alti e bassi. Ora abbiamo più equilibrio, più stabilità e più esperienza. Lo Scudetto è un processo, un lavoro di team, e stiamo andando nella direzione giusta.”
Non poteva mancare una menzione a Luka Modric, nuovo faro del centrocampo rossonero: “Lui è un leader in campo, anche se fuori si prende poco spazio. Ha portato esperienza e mentalità vincente. Anche se non facesse una partita da ‘wow’, solo averlo accanto ti dà qualcosa in più. In campo gli abbiamo detto: ‘entra e fai tu’. Non mi sorprende, gioca così da vent’anni.”
Ibra ha commentato anche gli altri giocatori rossoneri: “Pavlovic può crescere tanto, Gimenez appena si sblocca farà un sacco di gol, Jashari è un top e Ricci crescerà. Rabiot? Ci avevamo provato un anno fa, ma voleva restare in Francia. Ora la squadra è un giusto mix di presente e futuro.”
Infine, un ricordo legato a Massimiliano Allegri, suo ex allenatore: “Il suo primo trofeo gliel’ho fatto vincere io. In quel Milan erano tutti campioni e la cosa più difficile era gestirli. Lui ci riusciva, era bravissimo. Ora è diverso, ci sono meno ego da fuoriclasse, ma Allegri sa come si vince: lo ha già dimostrato.”
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