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Il Museo Madre di Napoli ospita ‘In controluce’, una retrospettiva che ripercorre cinquant’anni di attività artistica di Pietro Lista, con oltre cinquanta opere esposte dal 17 settembre al 17 novembre 2025.
La Galleria Alfonso Artiaco di Napoli ospita fino al 6 settembre 2025 le mostre personali di Paolo Bini e Selene Cardia, intitolate rispettivamente “Nient’altro che Pittura” e “Chiodi d’ambra”. Entrambi gli artisti esplorano la pittura come mezzo di indagine concettuale, offrendo interpretazioni uniche e profonde del linguaggio pittorico contemporaneo.
Paolo Bini, nato a Battipaglia nel 1984, presenta “Nient’altro che Pittura”, una mostra che riflette la sua dedizione assoluta al mezzo pittorico. Le sue opere si caratterizzano per superfici astratte modulari, realizzate con nastri di carta dipinti singolarmente e applicati su supporti come tela e tavola. Queste composizioni assumono forme tradizionali o installazioni ambientali, creando paesaggi mentali in continua vibrazione. Il colore, per Bini, è voce e suono visivo; le fasce e le righe non sono semplici pattern, ma partiture visive che scandiscono lo spazio come una composizione musicale. Le sue opere richiedono una distanza mobile e un tempo di visione che si espande, offrendo un’esperienza immersiva e non oggettuale.
Selene Cardia, nata a Silius nel 1995, presenta “Chiodi d’ambra”, la sua prima mostra personale. L’artista esplora una pittura meditativa e profonda, in cui tempo, gesto e memoria danno forma a opere sospese tra presenza e assenza, custodia e fragilità. Le sue tele sono luoghi in cui il colore non organizza una narrazione, ma crea condizioni di ascolto e vicinanza. La tavolozza sussurrata, con terre bruciate, rosa pallidi e neri porosi, lavora sul respiro, sull’attesa e sull’inabissarsi della forma. I “chiodi” evocati nel titolo non sono strumenti di fissaggio, ma punti di ancoraggio emotivo, mentre l’ambra rappresenta la memoria e la capacità di trattenere l’invisibile. La pittura di Cardia è una forma di cura lenta, un esercizio di sottrazione che lascia emergere l’intensità nei vuoti e nei silenzi.
Le mostre di Paolo Bini e Selene Cardia offrono due prospettive complementari sulla pittura contemporanea. Mentre Bini apre il quadro a un paesaggio mentale in continua vibrazione, Cardia lo trasforma in una soglia intima e meditativa. Entrambi gli artisti rifuggono la spettacolarità e resistono alla tentazione dell’immagine compiuta, proponendo opere che non cercano attenzione immediata, ma invitano a un’esperienza sensoriale e riflessiva. La pittura, per entrambi, diventa un campo di forze che attraversa il mondo, lo ricompone e ne traduce il tempo interno, offrendo al pubblico un’occasione per pensare il visibile attraverso condizioni percettive altre.
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