Il cinema italiano accoglie l’esordio alla regia di Giovanni Esposito con Nero, il suo primo lungometraggio, presentato in anteprima alla 42ª edizione del Torino Film Festival e in uscita nelle sale italiane il 15 maggio. Prodotto da Bartlebyfilm, Run Film, Pepito Produzioni e Rai Cinema, il film si caratterizza per un racconto profondo e poetico, che affronta con sensibilità le marginalità sociali, il sacrificio e l’amore fraterno.
“Nero” racconta la vita di un uomo di mezza età che vive di piccoli crimini per mantenere la sorella Imma, affetta da un grave ritardo cognitivo. Durante una rapina, Nero ferisce mortalmente un benzinaio, ma toccandolo scopre di poterlo riportare in vita. Questo evento rivela il suo potere di guarire gli altri, ma ogni volta che lo utilizza, perde uno dei suoi cinque sensi. La storia si sviluppa attorno al dilemma morale di Nero: fino a che punto è disposto a sacrificarsi per salvare gli altri?
Nel ruolo di Imma, la sorella di Nero, troviamo Susy Del Giudice, moglie di Esposito. L’attrice ha affrontato una sfida significativa interpretando un personaggio con gravi disabilità, arrivando a lavorare su una sedia a rotelle a causa della postura richiesta dal ruolo. Esposito ha elogiato la sua performance, definendola “una interpretazione magistrale”. Il film è stato girato tra Mondragone e Castel Volturno ed è prodotto da Bartlebyfilm, Pepito, Run Film e RaiCinema.
Esposito ha spiegato che l’idea di “Nero” è nata nel 2018, in collaborazione con Francesco Prisco e Valentina Farinaccio. Il film intende stimolare una riflessione sul sacrificio, una pratica che, secondo Esposito, è sempre più rara nella società odierna. “Questo è un film sul sacrificio, pratica che ormai nessuno ha più voglia di compiere”, ha dichiarato.
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