Ottavio Bianchi: “Ho giocato con Sivori e allenato Maradona, altro mondo. Oggi invece…”

Un'intervista esclusiva con Ottavio Bianchi, che riflette sulla sua carriera e sul calcio moderno.

Ottavio Bianchi, ex calciatore e allenatore di spicco del calcio italiano, ha vissuto esperienze uniche sia in campo che in panchina. In un’intervista a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua esperienza con campioni del calibro di Omar Sívori e Diego Armando Maradona, e ha fatto delle osservazioni sul calcio contemporaneo, offrendo una prospettiva privilegiata su come il mondo del pallone sia cambiato nel corso dei decenni.

Dai campi con Sívori alla panchina con Maradona

La carriera di Bianchi è stata segnata dall’incontro con alcuni dei più grandi talenti del calcio mondiale. Come calciatore, ha avuto l’onore di condividere il campo con Omar Sívori, un attaccante argentino noto per la sua tecnica sopraffina e la sua visione di gioco. Successivamente, come allenatore, ha guidato il Napoli durante l’era di Diego Maradona, portando la squadra alla conquista del suo primo scudetto nella stagione 1986-1987. Bianchi ricorda con affetto e ammirazione questi periodi, sottolineando come la presenza di tali fuoriclasse abbia reso il calcio di allora un’esperienza irripetibile. “È un titolo di tutti, non solo di Diego, c’erano Bagni e Ferrara e in più organizzazione di gioco e collettivo” ha dichiarato durante l’intervista a La Gazzetta dello Sport.

Il calcio di ieri e di oggi: un confronto

Nel corso degli anni, Bianchi ha osservato profondi cambiamenti nel mondo del calcio. Se un tempo il gioco era caratterizzato da una passione pura e da un legame profondo tra giocatori e tifosi, oggi il panorama appare diverso. L’ex allenatore sottolinea come l’aspetto economico abbia assunto un ruolo predominante, con stipendi e trasferimenti che raggiungono cifre astronomiche. Questa evoluzione ha, secondo lui, in parte offuscato i valori tradizionali dello sport, rendendo il calcio moderno un “altro mondo” rispetto a quello che ha vissuto in prima persona.

Il legame indissolubile con Napoli

Nonostante le trasformazioni del calcio, Bianchi mantiene un legame profondo con la città di Napoli. Descrive la sua esperienza nel capoluogo campano come “il dono più grande” ricevuto nella vita, evidenziando l’unicità della cultura e dell’umanità napoletana. Anche se non si definisce un tifoso nel senso stretto del termine, l’affetto per la città e per la sua gente rimane immutato. Bianchi riconosce come Napoli abbia lasciato un’impronta indelebile nel suo cuore, influenzando non solo la sua carriera professionale, ma anche la sua visione della vita.

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