Il presidente Aurelio De Laurentiis ha presenziato all’Università Luigi Vanvitelli di Napoli, insieme a Gabriele Gravina, presidente FIGC, in occasione dell’inaugurazione di un nuovo corso di studi dedicato alla ‘Giuridicità delle regole del gioco del calcio’. “Innanzitutto – ha esordito il patron azzurro – ringrazio chi mi ha voluto qui – ha detto il patron azzurro – ed ha pensato a questo convegno. C’è chi vive in un dubbio amletico: De Laurentiis è davvero tifoso? Beh, la mia famiglia, 69 anni fa, produsse l’Oro di Napoli diretto dal grande Vittorio De Sica. Il nostro legame con Partenope viene da lontano. Mio nonno si trasferì a Torre Annunziata, dove si innamorò di mia moglie e, proprio per amore, fondò un pastificio di pasta extralusso. Voi credete che io, se non fossi tifoso del Napoli, sarei rimasto qui per 19 anni? Vi dirò di più: io sono tifoso di Napoli, della città e credo ancora in una centralità territoriale a livello europeo. Per molti aspetti, combatto ancora per privilegiare l’immagine di Napoli in tutto il mondo, differenziandola dalle altre città italiane”.
De Laurentiis ha poi aggiunto: “Lotto per equiparare il Sud al Nord. Non a caso, sono proprietario del Bari. Cosa accadrà, se andrà in Serie A? Lo cederò, ma solo a qualcuno che mi dia garanzie di saperlo gestire come si fa con le opere di ingegno. Ho avuto grandi maestri che mi hanno insegnato a capire il mondo complesso del cinema, professionalmente completo come pochi, perché è il mondo della creatività. Mio padre e mio zio sono stati dei grandi maestri, con loro ho fatto la gavetta vera, toccandola con mano. Ho imparato a vedere come si realizzavano i contratti per scrittori e sceneggiatori; come acquisire un’opera letteraria. E’ lì che ho imparato a diversificare tra diritti di immagine e rapporti di dipendenza, cosa che ho applicato al mondo del calcio: i miei contratti, con allenatori e calciatori, sono speculari a quelli di attori e registi”.
“Democraticamente, a tutti dovrebbe essere dato il diritto di arrivare. Il calciatore che viene dal basso, attraverso l’esperienza, può affermarsi e arrivare in alto; il pilota di GoKart può arrivare in Formula 3, ma non subito in Formula 1. Ci dicono che strapaghiamo i calciatori, ma il vero problema sono i procuratori. Ho chiesto alla FIGC di studiare una modalità per la quale una società di calcio possa esercitare essa stessa la procura di un calciatore, togliendo dalla bocca altrui il biscotto. Perché i contratti devono essere al massimo di 5 anni? Se io ne voglio fare uno da otto, perché non posso? Sono regole vecchie. Dopo due anni, specie se il calciatore ha cambiato agente, il suo rappresentante inizia a rompere le scatole. Mino Raiola era simpaticissimo, ma prendeva fino a 50 milioni di commissione: sulle spalle di chi? Dei club. Così, però, si creano sperequazioni”.
“La FIFA e la UEFA hanno rubato miliardi, e dove stanno? A Ginevra e Zurigo, fuori da qualunque tipo di giurisdizione di carattere europeo. Nessuno li controlla. SuperLega? La UEFA, per come è organizzata, dovrebbe essere operativa come segretariato generale. A questo punto, le prime di ogni campionato, le migliori, devono partecipare ad un campionato europeo tutti contro tutti”.
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